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Siamo in Puglia, il “tacco dello stivale italico”, una regione che si estende per oltre 350 chilometri tra il Mare Adriatico e il Mar Ionio e parliamo di uno dei suoi vitigni autoctoni. Troviamo un territorio prevalentemente pianeggiante e collinare, dove il clima tipicamente mediterraneo la fa da padrone, alternandosi a quello decisamente caldo del Tavoliere (zona racchiusa tra l’Appennino di Capitanata ad ovest, il Gargano ed il Mare Adriatico ad est e le Murge a sud).

Il Primitivo di Gioia del Colle, primogenito rispetto a quello di Manduria, proviene probabilmente dalla Dalmazia e sembra sia stato portato in Puglia più di 2000 anni fa, dal popolo degli Illiri.

Fu un sacerdote di Gioia del Colle, don Francesco Filippi Indelicati, a notare nel 1700 questo vitigno dalla varietà robusta e dalla maturazione precoce (avviene tra la fine di agosto e le prime settimane di settembre). Proprio questa caratteristica genera il nome latino Primativus. Ci troviamo sull’altopiano delle Murge, a 360 metri sopra il livello del mare. Il Primitivo trova qui il suo habitat ideale perché gli acini estremamente vicini tra loro, necessitano di un clima secco e caldo, con piogge intense ma brevi che permette loro di asciugarsi in breve tempo e restare asciutti. Solo successivamente, dalla fine dell’800 in poi, dall’altopiano delle Murge il vitigno e la sua coltivazione si sono estesi alle attuali province di Lecce e Taranto e quindi nel Salento.

Nel 1987 il Primitivo di Gioia del Colle fu riconosciuto come Denominazione di Origine Controllata. Inoltre è interessante come alla luce di accurate analisi, iniziate nel 1967 dal patologo americano Austin Goheen, negli anni ’90 sia stata accertata la stessa identità genetica tra il Primitivo e lo Zinfandel californiano.

Anche il Primitivo di Gioia del Colle, come i vini rossi prodotti nel sud Italia carichi di colore e gradazione alcolica, a partire dalla seconda metà del XIX secolo è stato destinato al taglio dei vini dell’Italia Settentrionale e della Francia. Col tempo però la produzione di vini da taglio e da vendere sfusi, è stata notevolmente ridotta a favore di vini sempre più interessanti.

Oggi il Primitivo di Gioia del Colle è principalmente allevato nel tradizionale alberello pugliese, il vino ha un colore rubino intenso e profumi di frutti rossi come amarena, prugne e more. L’affinamento in legno genera sentori speziati come cannella e pepe nero. Al palato è caldo, con una buona persistenza. Lo si può abbinare al conosciutissimo piatto di orecchiette alle cime di rapa, oppure anche a dei crostoni di pane di Altamura e caciocavallo pugliese, o ancora ad un piatto di “bombette” pugliesi, involtini di carne di maiale ripieni di caciocavallo.

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